Diventare ottico, una scelta di famiglia

Una professione che nella maggior parte dei casi piace ai figli d’arte: questo permette di programmare per tempo e in ambito familiare il passaggio generazionale in azienda.

Riuscire a garantire continuità nel tempo alle imprese di ottica a conduzione familiare è un argomento che emerge in ogni incontro di aggiornamento sul tema della gestione dal punto di vista manageriale, strategico, economico e finanziario e non esclude aspetti affettivi e psicologici. Ferma restando la mitica gavetta di chi, fin da piccolo, ha respirato l’aria del negozio, il primo dilemma per una famiglia è la scelta del percorso formativo più consono a far conseguire al figlio o alla figlia il diploma di ottico e a garantire l’adeguata preparazione per poi prendere le redini dell’impresa di casa.

Tre sono le strade percorribili per quanti vogliono favorire il passaggio generazionale.

Una è rappresentata dalle scuole professionali, cui si accede dopo il diploma di maturità: offrono un biennio finalizzato al conseguimento dell’abilitazione di ottico, che può essere seguito da un anno opzionale per la specializzazione in optometria. Punti di forza di questa scelta sono soprattutto l’importanza dell’attività pratica, ambulatoriale e di laboratorio, e il peso della tradizione, tanto che spesso si sceglie l’istituto dove in precedenza hanno studiato i propri parenti per consolidare anche un legame affettivo e familiare.

Dall’inizio del nuovo millennio i ragazzi che vogliono entrare in questo mondo possono iscriversi ai corsi di laurea triennali in Ottica e Optometria, oggi presenti in nove atenei italiani: la formazione raggiunge così un ambito accademico, con l’obiettivo di valorizzare soprattutto le conoscenze teoriche degli studenti. Attraverso il Programma Erasmus, inoltre, è possibile svolgere un periodo di studio all’estero in accordo con università europee per integrare e perfezionare le proprie nozioni. Per conseguire l’abilitazione alla professione di ottico i laureati devono successivamente superare l’esame di Stato.

Lo stesso vale per quanti scelgono gli istituti secondari superiori, che su un arco temporale di cinque anni offrono un percorso formativo progressivo e articolato.

Anche le realtà aziendali e del retail incentivano l’aggiornamento degli ottici optometristi con una significativa presenza nelle scuole e nelle università: l’obiettivo comune è elevare il livello del valore della professione, proseguire le tradizioni dell’imprenditoria italiana e, non ultimo, inserire giovani preparati in un settore in cui i dati sull’occupazione si confermano molto incoraggianti.

Articolo di Marco Brugnola pubblicato su b2eyes magazine n9 2022   

Lascia un commento